Tutte le storie di successo si assomigliano. Probabilmente perché alla base c’è sempre la stessa formula: il talento che incontra l’opportunità, la passione che si coniuga con la tenacia, l’impegno che viene premiato dai risultati raggiunti.
Nel 1911 Beniamino Brancaccio era un ventenne intraprendente e dalle idee chiare. Lo affascinava il commercio, ma non quello delle nocciole a cui si dedicava la sua famiglia d’origine a Giffoni Valle Piana.
Lui amava la moda, credeva nella capacità di un bell’abito di vestire anzitutto la personalità e, anche se il prêt-à-porter era ancora di là da venire, pensava si potesse offrire la qualità ad un giusto prezzo.
Con questa convinzione, e con il sostegno della sua famiglia, il giovane Beniamino aprì il suo negozio di abbigliamento nel centro storico di Salerno, nei Mercanti che allora erano il cuore di quello che, molto tempo dopo, si sarebbe chiamato “shopping”. E la sua fucina del bel vestire divenne da subito un riferimento per la clientela cittadina e non soltanto.
Dopo la prima guerra mondiale, abbattutasi come una scure sulla tranquilla operosa vita di Salerno, Beniamino Brancaccio – che dal fronte era tornato decorato per aver combattuto a Caporetto – riaprì subito la sua attività.
Decise di trasferirla in quello che stava divenendo il cuore pulsante del commercio cittadino, il corso Vittorio Emanuele, nei pressi dello storico cinema Astra, specializzandosi nelle sole proposte per uomo, dalla cappelleria all’abbigliamento che vedeva allora la prima comparsa degli abiti confezionati.